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Chiesa di San Francesco di Paola

Schede primarie

Chiesa di San Francesco di Paola

 "Chiesa di origine votiva è strettamente legata alle ultime drammatiche vicende delle dinastia roveresca. Fu fatta costruire difatti nel 1603 dal cinquantacinquenne Duca Francesco Maria II quattro giorni dopo il suo secondo matrimonio con la giovane nipote Livia, perché fosse esaudito il voto di avere un'erede maschio. L'edificio potè dirsi compiuto una decina di anni dopo, quando il baroccesco urbinate Antonio Viviani detto il sordo nel 1614, concluse con il suo significativo ciclo pittorico la complessa decorazione barocca dell'interno. Restava tuttavia ancora incompiuta la facciata perché quella attuale di disegno evidentemente più tardo, sembra da connettere al trasferimento della confraternita del Corpus Domini, qui avvenuta nel 1708. Infatti quella storica Compagnia che aveva dato a Urbino i capolavori di Paolo Uccello, di giusto di Gand e di Tiziano, che aveva annoverato tra i suoi affiliati anche i pittori Giovanni e Raffaello Santi si trasferì appunto in questa Chiesa. Sulla facciata, che appare come sovrapposta ed alquanto estranea al corpo tozzo dell'edificio retrostante, si leggono i connotati stilistici del primo Settecento: il disegno delle cartelle iscritte fra lesene e cornici dall'agile alzato in mattone, illeggadrito dai festoni e dalle statue, tripartito su due ordini più il fastigio; l'elegante portale coi gradini a mistilinea sporgenti dalla soglia. I simboli della confraternita sono ben evidenti sia nel timpano dello stesso portale, sia al centro del frontone, non senza le iniziali del munifico teodoro giusti.
Altrimenti mosso  piuttosto fastoso è l'interno, costituito da un'aula non molto vasta e dal nicchione a fondo piano dell'altar maggiore. Il disegno architettonico consiste nelle paraste polistili corinzie, al di sopra delle quali corre un fregio con cornicione d'imposta per un soffitto a volta molto ribassata, invaso da una decorazione in stucco più tardo cinqucentesca che barocca.
Figure allegoriche di Virtù, putti alati, ornati di repertorio classico fanno contorno al motivo delle dominanti cornici per gli affreschi con le "storie" del santo titolare: la Gloria nell'ovato centrale legato ai due grandi riquadri; poi, oltre che nei due piccoli ovati, sempre nel soffitto, le figurazioni continuano nei tre riquadri della parete laterale destra - opposti ad altrettante finestre verso via delle Stallacce - nei tre ovati del sottarco del nicchiane; mentre nel riquadro sopra l'altar maggiore il Viviani ha inserito una Natività; infine, ai lati dell'arco trionfale - cui sovrasta bene in mostra lo stemma roveresco riccamente incorniciato - le allegorie della Fede e della Carità.
L'altar maggiore - la cui pala, raffigurante San Francesco da Paola, è opera di Michelangelo Dolci (restaurata nel 1978) - è di marmi policromi e occupa tutto il fondo piano della nicchia con le figure laterali degli angioloni-cariatidi in stucco.
A bilanciare e sostenere la decorazione superiore occorre quella tripartita da paraste corinzie delle pareti laterali, dove, al centro, sono due altari. Sopra la mensa piuttosto sporgente, lo spazio dell'intercolunnio è occupato da una cornice  cui si iscrive la nicchia ospitante le statue in stucco. A sinistra Madonna col Bambino e a destra San Filippo Neri. Gli altri intercolunni sono occupati da altre nicchie con le statue dei Santi Feliciano e Giuseppe (sinistra), Beato Mainardo e San Crescentino (a destra).
Nel "Diario" di Papa Albani (1703) è ricordato che in questa chiesa "non lontana dal Ghetto...soleva farsi la Predica per gli Ebrei ogni sabato da un Domenicano come si costuma in Roma"."

Da Urbino, i mattoni e le pietre, Franco Mazzini, Argalia Editore, 1982 Urbino.

Luoghi della Fede
Via Mazzini
61029 Urbino (PU)

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E.g., 2025-06-02
E.g., 08:27