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L’antica Via Flaminia

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L’antica Via Flaminia

Ostacolo alle mire espansionistiche di Roma nelle regioni dell'Italia centrale era rappresentato dalle popolazioni dell'Etruria, insieme ai Galli e più a Sud dai Sanniti. Vittime predestinate, Etruschi, Umbri e Galli si unirono per affrontare lo scontro decisivo, sostenuti dai Sanniti che si affrettavano a raggiungerli con un forte esercito. Anticipando la riunione delle ingenti forze con abilità strategica, Roma riuscì a separare e sconfiggere Galli e Sanniti nella famosa battaglia di Sentinum (294 a.C.). Analoga sorte fu quella degli Etruschi insieme ai Galli poi sconfitti presso il lago di Vadimone (283 a.C.). Caduta Sarsina (265 a.C.) e Volsinium (244 a.C.), Roma portava i confini fino alle rive del Rubicone. Diventava di necessità strategica disporre di una via di comunicazione sicura ed affidabile che permettesse di raggiungere agevolmente le rive dell'Adriatico. Toccò al Censore Caio Flaminio occuparsi nel 219 a.C. di adattare, collegare e migliorare quella via, in parte già esistente, che dal suo nome si chiamerà Via Flaminia. Arteria fondamentale si dimostrerà indispensabile nelle strategie mercantili e militari dell'espansionismo di Roma repubblicana e imperiale. Dopo l'intervento di Caio Flaminio, la via sarà sempre oggetto di assidue cure da parte del Senato.
Caio Gracco l'aveva risarcita e munita di pietre miliari (123 a.C.). Q.Minucio Thermo nel 65 a.C. ne aveva avuto la cura. Augusto, attento a tutte quelle opere che rispecchiassero la grandezza e forza di Roma, non esitò a comandare che valenti architetti si adoperassero per realizzare imponenti opere come ponti massicci, muraglioni e fondamenta lungo il tratto da Helvillum ad Intercisa.
I suoi successori apportarono ulteriori miglioramenti: Tiberio volle costruito un ponte alle porte di Rimini, Vespasiano fece aprire la grande galleria del Furlo nel 76 d.C. 
L'imperatore Adriano non mancò di munirla di opere sussidiarie come "mutationes" dove sostare e cambiare i traini animali e le "mantiones" edifici dove albergare durante le intemperie.
Nel 305 d.C. la via era sotto le cure dei Cesari Flavio Valerio Severo e Galerio Valerio Massimino come testimoniato dalle incisioni su una colonna miliare (CXL miglia dall' Urbe) ritrovata in territorio di Cantiano e conservata all'interno del Palazzo Comunale.

 

 

纪念碑与广场
61044 Cantiano (PU)

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