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Badia Tedalda, la storia di una terra di confine

Schede primarie

Badia Tedalda, la storia di una terra di confine

Dal punto di vista storico, artistico e architettonico il territorio di Badia Tedalda, che comprende numerose frazioni, è interessato dalla presenza di resti e testimonianze di varie epoche. Il colle dei “Galli”, sul quale oggi svetta la chiesa abbaziale di S. Michele Arcangelo, ci riporta ai popoli italici, a quel tramestio di invasioni, arretramenti ed avanzamenti tipici di posizioni di confine o di transito di popolazioni etrusche, Umbri, Romane , Galli a cui seguirono bizantini e longobardi.   In seguito le popolazioni della media e alta Valmarecchia , del Montefeltro e del Foglia adottarono quale via di comunicazione per le attività commerciali  la via Ariminensis. Da semplice “mansio itineraria” dell’epoca romana, Badia Tedalda divenne col tempo punto di appoggio per tutti i pellegrini/viandanti che attraverso il valico Di Viamaggio, si recavano ad Assisi e Roma. Nel corso dell’Alto Medioevo si costituisce il monastero benedettino di San Michele Arcangelo, i cui monaci hanno – come principale occupazione – la cura e lo sfruttamento della grandi foreste di Viamaggio e dell’Alpe della Luna. Da questo momento – per diversi secoli – le sorti della comunità locale sono strettamente intrecciate a quelle del monastero. A partire dal XIII secolo l’Abbazia benedettina dei Tedaldi, dopo la riunificazione con quella di Arduino, acquisisce una tale potenza, da edificarsi a feudo e dominare per oltre due secoli la Valmarecchia e l’Alta valle del Metauro e le foreste dell’Alpe della Luna . Durante il dominio figura predominante fu l’Abate Tedalgrado. Seguì un periodo di decadenza fino a quando Papa Leone X  (1489) la offrì  in commenda all’Ospedale di S. Maria Novella di Firenze, tornando così agli antichi splendori. Grazie anche all’opera dell’Abate  Leonorado Buonafede,  che fece ricostruire l’abbazia su una struttura  risalente all’XI secolo in stile romanico, con campanile impostato su preesistente torre difensiva ed  arricchendo l’interno con opere di scuola Robbiana.  Nel 1607 i Medici comprarono dai Gonzaga di Novellara le ultime “isole” che godevano di uno “status” di autonomia amministrativa come S. Sofia -Cicognaia e Ca’ Raffaello che divennero di fatto annesse alla Badia. Poi, nel luglio 1775, Badia Tedalda viene costituita in comunità, per volere del Granduca di Toscana Leopoldo I. Il 15 marzo 1860 il Plebiscito del Granducato di Toscana sancisce l’annessione al Regno d’Italia. Durante gli anni 1944/1945  il territorio di Badia Tedalda,  attraversato dalla Linea Gotica della ritirata nazista,  è stato  scenario di  guerra con grandi azioni partigiane di resistenza. 

 

Piazza Don Fiorenzo Moretto
52032 Badia tebalda (AR)
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