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Fossato di Vico

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Fossato di Vico

Città del parco eolico e delle caratteristiche rughe, in cui l’antico e il moderno si guardano a distanza. Fossato di Vico è formato da due porzioni: una lineare e pianeggiante, in continua espansione, posta lungo la strada statale Flaminia, l’altra arroccata sulla collina che custodisce le orme di dominazioni passate.

Il fascino dell’antico borgo medievale risplende nelle suggestive volte in pietra a tutto sesto intagliate da feritoie di luce che coprono la stradina coperta, denominata delle Rughe, raro esempio di architettura castellana duecentesca. La caratteristica torre merlata con il palazzo dell’orologio e gli antichi edifici di culto, disposti intorno, conservano le tracce di tesori d’arte e di storia. 

Fossato di Vico, per la sua posizione strategica lungo la via Flaminia, ricorda gli scontri tra Goti e Bizantini e di successive contese e dominazioni per tutto l’arco del Medioevo. Nel X secolo è feudo dei Conti di Nocera, nel XII passa ai Conti di Marsciano e poi a Gubbio. Nel 1442 resiste agli assalti delle truppe di Francesco Sforza, ma nel 1500 è distrutta e saccheggiata più volte prima da Cesare Borgia e poi dal Duca di Urbino. Infine nel 1540 entra a far parte dello Stato della Chiesa.

Il centro storico presenta la tipica pianta del borgo medievale, puntellato da colossali strutture come il Palazzo comunale, la Torre dell’orologio dei fratelli Gricci e la Torre merlata sovrastante la porta d’ingresso. 

Come da definizione dello storico Luigi Galassi, questa è la città dalle cinquanta chiese. Tempietti scavati nella roccia, come la chiesa di San Pietro che racchiude forme gotiche francesi, si alternano a scrigni di arte rinascimentale, come la cappella della Piaggiola con gli affreschi di Ottaviano Nelli o l’abbazia di San Benedetto, decretata monumento nazionale per gli affreschi di scuola eugubina e il ritratto di Urbano V di Matteo da Gualdo. 

 

 

Si segnalano anche la chiesa camaldolese di San Cristoforo (XIII secolo), la chiesa di San Sebastiano, il monastero di Santa Maria del Fonte (XIII secolo), comunità di monache benedettine di clausura, e il santuario della Madonna della Ghea in aperta campagna. Siti e manufatti di età romana, repubblicana e tardo imperiale, si ammirano nell’Antiquarium comunale 
, mentre lungo il percorso della via Flaminia spunta il ponte di San Giovanni di età augustea. 

 

 

Inserito in parte nel Parco naturale protetto del Monte Cucco, Fossato di Vico è ricco di specie animali e vegetali. Il rispetto per l’ambiente e la volontà di mantenere il territorio quanto più possibile incontaminato hanno determinato la costruzione del parco eolico di Cima Mutali, dotato di un centro studi in cui si approfondiscono le energie rinnovabili. 

Ogni anno, in occasione della vendemmia, le sue aziende vitivinicole si sfidano in gare del vino novello e d’annata, durante la manifestazione denominata “Le cantine di San Martino” in cui non mancano assaggi della cucina tradizionale fatta di caldarroste, dolci e prodotti tipici del Parco del Monte Cucco. La vita quotidiana del Medioevo e i suoi antichi mestieri sono riproposti durante la Festa degli statuti, mentre il suo patrono San Sebastiano si celebra il 20 gennaio.

 

 

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