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Petriano

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Petriano

Un borgo che custodisce un segreto. Un elisir della salute racchiuso nelle sue acque ricche di minerali che sgorgano dalle spettacolari alture che tagliano la bassa valle del Metauro e del Foglia. La percentuale sulfurea è tra le più alte in Italia, al punto che si narra che persino Raffaello Sanzio sfruttasse i benefici curativi di quest’acqua miracolosa. 

Il piccolo borgo collinare di Petriano porta inciso nel suo stesso nome il legame fortissimo con questo prezioso elemento: Prae tres amnes in latino indica la sua particolare posizione geografica adagiata sopra i tre fiumi che solcano il territorio: l’Apsa che scende da Urbino, il Tagliatesta che arriva dalle Cesane (passando per Palazzo del Piano) e il Razzo che ne segna i confini settentrionali. 

 

 

Un’impronta confermata da riti antichi e credenze ancestrali. Come il legame fortissimo con la Madonna del fulmine, protettrice degli eventi atmosferici, venerata nell’antica chiesa di San Martino. L’edificio religioso con la pianta a tre navate e il soffitto a capriate è il più antico del territorio. Citato in una pergamena datata 1069, svetta oggi nel centro storico affiancato da una torre campanaria e conserva al suo interno i tesori di Luigi Scorraro e Antonio Rondelli.

Meta prediletta dai cavalieri feltreschi negli anni del vivo splendore della corte ducale, Petriano conserva la raffinata eleganza degli antichi fasti. Come per gli altri territori vicini, il suo destino è storicamente legato a quello del Ducato di Urbino, di cui entra a far parte nel 1219. Tra gli episodi gloriosi del suo passato i discendenti delle antiche famiglie raccontano volentieri le gesta del capitano Carletto, detto d’Urbino, che nel 1505 riuscì a respingere l’attacco degli eserciti del Borgia e a spingersi fino alla conquista di Rimini. 

 

 

Il centro storico, dal tipico impianto dei borghi medievali fortificati, conserva al suo interno strutture monumentali dal fascino antico, affiancate a poca distanza da edifici di recente costruzione. 

La Chiesa di Santa Maria in Calafria, presente nelle fonti dal 1290 e poi ricostruita nel 1700, custodisce l’Assunta del pittore urbinate Domenico Giannotti. C’è la più recente Chiesa di San Gallo, costruita nel 1956, citata nelle guide turistiche per la tela di San Bernardino da Siena che adora la Madonna delle nevi, proveniente dalla Chiesa di San Bernardino. Al suo interno anche una crocifissione del XVII secolo e una pala raffigurante l’Assunta tra San Giovanni Battista e San Giuliano Martire. 

Meritano un passaggio l’Oratorio della Santissima Concezione della Valle, istituito dalla famiglia Crescentini, la cappella di San Bernardino, che si presenta oggi come un’edicola chiusa da una vetrata con un raro affresco del 1779 che raffigura la Madonna dei Sodi. Infine la Chiesa di San Giovanni Battista di Riceci, il cui disegno della facciata in cotto ricorda le opere dell’architetto Giuseppe Tosi.

Petriano è oggi visitata per la sua acqua miracolosa che scivola tra le fenditure del terreno, scorre in piccole pozze e risale verso la fonte “La Valle” caricandosi di preziosi elementi quali zolfo, calcio, bicarbonato, magnesio e solfato.

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