Dal Sangiovese al Vin Santo, un crescendo di vini
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Dal Sangiovese al Vin Santo, un crescendo di vini
Vini con carattere. Che riflette il territorio e l'animo delle persone. Il modo migliore per scoprirli tutti è arrivare qui, trovare una buona cantina, un buon ristorante e lasciarsi andare alla varietà superiore, nonché a una riserva e perché no a un novello quando è il momento.
Ma per non arrivare proprio impreparati ecco qui una passeggiata fra i vigneti, a braccetto con Giove, immaginandolo detentore dell'origine del nome sangiovese, appunto, brindando idealmente con gli etruschi.
E insomma, proprio questo, il Sangiovese, è il vitigno più coltivato in Italia centrale, brillantemente unita dal suo rosso granato, con profumo delicato e dal sapore asciutto e delicato.
Per accenni di territorio, c'è il Bianchello del Metauro e ci sono i vitigni antichi di Frontino e Urbania.
In Romagna il Sangiovese torna evocando il “Sunguis di Jovis” appunto il sangue di Giove secondo la definizione che si fa risalire a un monaco che ne apprezzava particolarmente lo spirito. Il tipo riserva ha dodici sottozone fra le quali quelle di Bertinoro, Meldola, Modigliana, Predappio. Il Sangiovese è anche nei rossi e rosati del Doc dei Colli Altotiberini.
Il Vinsanto - così perché da uve passite vinificate durante la settimana santa o perché vino rituale della Messa - è un vino da dessert dal colore giallo ambrato. Anche in variante affumicato.
E c'è anche il vino di visciola di Cantiano.
Per i distillati, una curiosità con la grappa di Apecchio in Catria e Nerone.