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Borgo Pace

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Borgo Pace

Crinali ammantati di boschi e scarpate rocciose dalla poetica forma di mezzaluna. Nel punto in cui i torrenti Meta e Auro si incontrano e danno vita al Metauro, il fiume più lungo e con il maggiore bacino idrografico delle Marche, si scopre l’oasi di Borgo Pace, ritagliata tra l’Alpe della Luna e la Massa Trabaria. Uno scrigno avvolto da grovigli di faggi, aceri e tigli e scolpito da acque incontaminate. 

 

 

Sfondo ideale per lasciarsi ispirare dalla tradizione di Esopo e La Fontaine per comporre nuove favole e mescolarle a storie di miti e leggende strettamente legate al territorio. Luogo di silenzi e di aria balsamica, ma anche centro turistico montano molto vivace. 

La storia di Borgo Pace si intreccia con quella delle sue fortezze medievali: Castel Bavia (in origine Castrum Abbatiae), situato alla sommità di un colle e costruito nel basso Medioevo a difesa dell'abbazia di Lamoli, e i castelli dei territori vicini di Castel dei fabbri, Sompiano, Lamoli, Palazzo Mucci, Parchiule e Dese, che dal 1827 fino alla costituzione del Regno d’Italia furono aggregati al territorio per volere di Papa Leone XII. 

 

 

Meta di conquista di popoli antichi, dagli umbri ai romani e ai longobardi, dominata dalle potenti famiglie dei Massani, Feltrechi e Rovereschi, durante il Risorgimento sostenne Giuseppe Garibaldi e negli anni della Resistenza divenne teatro della lotta partigiana contro il nazifascismo. 

Rasa al suolo dalle truppe tedesche, la cittadina dichiarata “terra martire della guerra” riuscì a rifiorire e ampliarsi grazie anche alla costruzione delle sue strutture turistiche e ricettive. 

Oggi l’economia tradizionale di tipo agricolo si unisce a una più moderna e strutturata di stampo turistico. La memoria culturale è inserita nel circuito dei tre musei partecipati: il Museo dei colori naturali di Lamoli, il Museo interattivo del carbonaio e il Museo della civiltà contadina appenninica. 

Esempi di vivacità artistica si ritrovano nella moderna chiesa di Santa Maria Nuova, che conserva la tavola quattrocentesca di scuola umbra “Madonna con il Bambino” e un gruppo di statue in maiolica policroma del Cinquecento. 

 

 

Tra i monumenti più interessanti spicca l’abbazia romanica di San Michele Arcangelo di Lamoli, con frammenti di antiche sculture conservati nella cripta, e San Leone a Figiano. Nel delizioso borghetto preromanico di Parchiule, tra le antichissime case costruite con blocchi di arenaria e conci, spunta la chiesa di Santa Maria agganciata con un ponticello all'Oratorio della Madonna del Bell'Arnore. Al suo interno tra le notevoli opere d’arte c’è la tela “Madonna del Rosario” dipinta nel 1636 dal fossombronese Gianfrancesco Guerrieri. L’Aula Verde, centro specializzato nella divulgazione di conoscenze scientifiche e promozione dell’ambiente fluviale, è infine il luogo ideale per assorbire i benefici e gli influssi di un soggiorno a completo contatto con la natura.

 

 

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