Facoltà di Legge - Ex convento di San'Agostino
Schede primarie
Facoltà di Legge - Ex convento di San'Agostino
"La Facoltà di Legge, i cui lavori vengono realizzati tra il 1966 ed il ’68, è il primo intervento per l’ampliamento dell’Università grazie al reimpiego degli edifici storici della città. In questo complesso, che in passato è stato prima convento del XVIII secolo e poi, dopo il 1850, adattato ad orfanotrofio, Giancarlo De Carlo sviluppa la sua idea di ricontestualizzazione di un’architettura eliminando quelle parti aggiunte nel corso del tempo e ripartendo dall’originaria dimensione della struttura monastica. Chiarendo meglio la sua operazione di nuova fruizione degli spazi, vediamo che egli riqualifica gli ambienti con la ferma volontà, come disse una volta in merito al suo intervento su edifici del passato, di "ristrutturarlo in un nuovo contesto di significati che considero rilevanti per il mio tempo".
L’ingresso, discreto e composto dietro quel marcato carattere di linearità della porta scorrevole e delle tre fessure – finestre, accentua la sua sobrietà nascosto dalla corte murata, quasi fosse un giardino pensile di un’abitazione privata, ma, oltrepassata la soglia d’entrata del cortile, si dipana invece una stradina affastellata dalle cupole dei lucernari della sala di lettura sottostante che obbligano ad ogni passo un cambiamento di direzione. Questo "scontro" con l’architettura è in De Carlo imprescindibile, dal momento che la qualità di una forma si qualifica nell’attività per cui un ambiente è stato ideato.
La sua volontà di cambiamento è anche sottolineata dalle indicazioni che i docenti gli fornirono per una migliore attività didattica e che prendono vita nei locali preesistenti come in quelli da lui appositamente ricavati. Rapito dalle invenzioni di Francesco di Giorgio Martini, da lui sempre esplicitamente considerato un maestro nella creazione degli spazi, De Carlo concepisce gli ambienti della Facoltà attraverso una forte sottolineatura dei materiali, come dimostra nella biblioteca l’abbinamento del laterizio originario con il cemento della scala da lui creata; ma anche attraverso quella luce che diventa sostanza, tanto presente quanto silenziosa, sia nell’Aula Magna, come nella sala di lettura e nel lucernario al di sopra della scalinata principale."

61029 Urbino (PU)