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Sogliano al Rubicone

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Sogliano al Rubicone

Piccolo “grandemente amato paese di Romagna” celebrato nelle rime immortali di Giovanni Pascoli. Circondato da verdi colline e sentieri di farfalle, il borgo sorge sul crinale dell’antica via per il Montefeltro, nella zona compresa tra i fiumi Savio e Rubicone, in un susseguirsi di panorami che si aprono in direzione del mare e dell’Appennino. 

Sogliano al Rubicone è un posto in cui il visitatore ritrova i ritmi lenti e i sapori di una volta, come il tipico formaggio di fossa, stagionato per 100 giorni, da agosto a novembre, nei caratteristici ambienti scavati nel tufo. 

La prima testimonianza scritta sulle sue origini risale al IX secolo.Nel Codice Bavaro è infatti nominato un fundus Sulliani, mentre nel 1141 il borgo è annoverato tra i possedimenti della chiesa riminese. 

 

 

Negli anni successivi il castello appartiene ai Malatesta di Sogliano fino al 1640 e poi è dominio diretto della Chiesa. Tesori artistici ed edifici di pregio di epoche diverse convivono armonicamente nel centro storico. Come la Fontana delle Farfalle, ideata da Tonino Guerra e inaugurata nel 2003, l’ex casa del Fascio in piazza Matteotti, testimonianza dell’architettura del regime, la chiesa del Suffragio del 1679 con le sue opere d’arte, la torre civica del 1867 e il teatro Turroni. Caratteristico è anche l’oratorio della Pietà del 1518, oggi chiamato chiesa della Madonna dello Spasimo, fatta edificare da Ramberto Malatesta e successivamente modificata. In via Pascoli sorge il monastero delle Agostiniane, fondato da don Paolo Mariani e conosciuto per aver ospitato le sorelle di Giovanni Pascoli, Ida e Maria.

 

 

Il legame affettivo tra Sogliano al Rubicone e il grande poeta è testimoniato dalla cittadinanza onoraria conferita a Pascoli nel 1906 e dall’itinerario che si snoda tra le stradine del paese, toccando i luoghi fisici che hanno ospitato e ispirato lo scrittore e leggendone le poesie che si incontrano a ogni tappa. L’itinerario pascoliano conduce il visitatore al centro del paese, in piazza Garibaldi, dove si trova il Palazzo della cultura (o Palazzo Ripa-Marcosanti), che ospita tre mostre permanenti: la Raccolta Veggiani, la Collezione di arte povera e il Museo della linea Christa.

 

 

Altri percorsi si stagliano invece nel territorio circostante, attraversando le colline ricche di boschi e gli antichi abitati di Strigara, Montegelli borgo dei profumi e dei sapori, Rontagnano, Barbotto, Savignano di Rigo e Pietra dell'Uso, nucleo rurale arroccato su uno scoglio accanto a una strettoia del torrente. A Montetiffi, unico centro di produzione delle teglie per la piadina, è possibile ammirare ciò che resta dell’abbazia benedettina di San Leonardo che risale all’anno mille, il ponte romanico e la chiesa di San Benedetto in Vernano (XII secolo).

La tradizione culinaria ruota intorno al formaggio di fossa, delizioso da assaggiare accompagnato col miele e celebrato durante una sagra famosissima tra novembre e dicembre. Il nome deriva dalle nicchie di origine medievale, scavate nel tufo e dotate di una precisa struttura per accogliere il formaggio in vista della sua lunga stagionatura. Nei 100 giorni di riposo il prodotto caseario acquista quel profumo e quel sapore che lo rendono inconfondibile. 

 

 

In autunno si organizza anche la sagra “de savor” nel borgo di Montegelli, dedicata ai sapori tipici più ricercati: la marmellata ricavata da mosto d'uva, diverse varietà di frutta e semi oleosi, il Mastlaz ossia il vino novello ricco di zuccheri, il dolcissimo mosto bollito Saba, l’aceto aromatizzato, i lupini, le erbe officinali, le marmellate di sambuco, fico, pomodoro e tanto altro ancora.

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