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Tredozio

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Tredozio

Gioco e divertimento. Gusto e tradizione. Uova di mille colori e tecniche tramandate di rione in rione con gli antichi rituali che attraversano i giorni di Pasqua. Tredozio sorge in una zona pianeggiante lungo il fondovalle del Tramazzo, in un’area posta al confine fra la Romagna e la Toscana. Borgo dalle origini remote, come gli altri centri dell’Appennino forlivese racchiude abitudini e costumi di entrambe le regioni.

Conosciuto anticamente con il nome di Castrum Treudacium conserva tracce di insediamenti dell’età del bronzo, ritrovate a Santa Maria in Castello, memorie del passaggio dei Galli Boi, dei Romani e infine dei Bizantini. 

 

 

Feudo dei conti Guidi di Modigliana (XII secolo) che vi costruirono una fortezza racchiusa tra mura possenti in calce e in pietra, il cosiddetto Castellaccio, diventa possedimento della Repubblica Fiorentina dal 1428, in seguito a un atto di sottomissione della comunità locale. Della rocca si conservano soltanto alcuni locali interrati, probabilmente adibiti a cantine oppure a cisterne per la raccolta dell’acqua, i resti della torre alta diciassette metri e altri ruderi. 

I numerosi palazzi patrizi che si affacciano nel centro storico si accostano all’opulenza di Palazzo Fantini, la tenuta signorile di campagna con il giardino all’italiana, dimora della nobile famiglia proprietaria a suo tempo di trentatre poderi per mille ettari di terra. Costruito prima del 1500, Palazzo Fantini è ristrutturato nel 1750 per volere di Lorenzo Maria Fantini e oggi ospita al piano terra il Museo della civiltà contadina, con gli strumenti di una volta e gli ambienti accuratamente ricostruiti. 

Edifici più antichi sono la pieve di San Michele (XII secolo) che conserva il crocifisso dipinto su tavola della scuola riminese (XIV secolo) e la cinquecentesca chiesa della Compagnia del Santissimo Sacramento e della Beata Vergine delle Grazie con l’Annunciazione di Lorenzo Monaco e il Sacro Cuore di Gesù di Silvestro Lega. 

 

 

Tredozio oggi lega il suo tessuto produttivo a piccoli imprenditori e artigiani del settore calzaturiero: rinomati gli stivali da equitazione, prodotti in queste zone per essere indossati dai cavalieri di tutto il mondo e da diverse squadre olimpioniche. 

I suggestivi sentieri panoramici immersi nella natura incontaminata del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna, il silenzioso bosco di faggi della Fonte del Bepi e il fascino del Lago di Ponte, in località Scarzana, ne fanno una località rinomata per il clima e l’aria salubre. 

La sua vivacità culturale si esprime soprattutto nei giorni di Pasqua, quando il territorio si popola di curiosi che accorrono per partecipare alle tradizionali manifestazioni legate alle uova: dall’antica sfida della battitura delle uova sode al campionato nazionale dei mangiatori di uova sode, per culminare con il Palio dei quattro rioni, caratterizzato dalla sfilata dei carri medievali accompagnati da sbandieratori e chiarine. 

A novembre si organizza la sagra del bartolaccio tra musica dal vivo e spettacoli di ogni genere, dedicata al gustoso tortello cotto sulla piastra e ripieno di patate bollite, pancetta di maiale, grana e pecorino. 

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