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Piandimeleto

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Piandimeleto

Una fortezza merlata antica contea degli Oliva. Sull’alta vallata del fiume Foglia, adagiato su un pianoro nel territorio del parco regionale Sasso Simone e Simoncello, si impone allo sguardo del viandante il castello con i suoi elementi architettonici di impronta ghibellina che coronano le mura perimetrali. 

Eco di tempi lontani, di battaglie e gloriosi cavalieri, di sontuosi banchetti, spettacoli e gare di arcieri per decretare il più abile delle milizie. Ancora oggi, una volta l’anno, alla fine di luglio tornano in vita nella magica atmosfera della festa riempiendo l’aria di profumi, colori e sapori impregnati di storia e leggenda. 

 

 

Ecco il Palio dei conti Oliva, in omaggio all’antico casato del Montefeltro: gli Oliva conti di Piagnano, capitani d’arme e soldati sempre esposti ai pericoli della guerra, investiti nel 1233 dall’imperatore Federico II rimangono sempre fedeli all’ideale politico ghibellino e al territorio di Rimini. 

In origine il borgo era denominato Planus Mileti. Di origine medievale, fondato dai Rettori della Massa Trabaria nel XII secolo, ma inizia a svilupparsi soltanto dal XIV secolo con l’avvento della famiglia Oliva. 

Il centro storico conserva la struttura urbanistica medievale con stradine strette disposte in maniera ortogonale e casette dotate della tipica “porta del morto” (quella soluzione utilizzata per, in caso di necessità, far passare il feretro da una porta diversa da quella “ufficiale” dell'abitazione). Sui ruderi dell’antico fortilizio di epoca carolingia si staglia il castello a picco sul Foglia, costruito nella seconda metà del Quattrocento dopo la distruzione causata dalle truppe al seguito di Francesco Sforza. Struttura simbolo di potere e splendore, magnifico esempio di palazzo rinascimentale calato nel Montefeltro, con gli interni sfarzosi modellati sull’esempio della corte di Federico Duca di Urbino, un tempo costituiva la residenza dei conti Oliva ma oggi è sede del Comune e di importanti musei (Museo del lavoro contadino, Erbario delle Marche, Museo di scienze della terra e Sala dell’araldica).  

 

 

 

Piandimeleto conserva nella chiesa parrocchiale di San Biagio (l’antico convento di Sant’Agostino del 1285 meta di pellegrini e di preghiere) le lastre tombali in stile gotico della famiglia Oliva e gli affreschi del Cinquecento con la Madonna col Bambino e Santi. In località Monastero sorge l’abbazia benedettina di Santa Maria del Mutino degli inizi del XII secolo, mentre a San Sisto si può visitare il Museo del fungo. All’interno della biblioteca comunale c'è anche la raccolta d’arte "Ugo Ubaldi" che comprende collezioni di oggetti eterogenei risalenti ad epoche e provenienze differenti.

Il nome di Piandimeleto è legato anche a quello di Raffaello: nel 1488 Giovanni Santi, mentre lavora alla pala della cappella di Montefiorentino, nomina tutore del figlioletto il pittore decoratore e indoratore Evangelista da Piandimeleto. Quest’ultimo ha il merito di prenderlo per mano e contribuire alla sua prima formazione umana e artistica. 

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