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Belforte all’Isauro

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Belforte all’Isauro

Porta del Montefeltro. Baluardo posto anticamente a difesa della Massa Trabaria, al confine tra le Marche e la Toscana, si staglia solitario e imponente su un lungo sperone di roccia. Sotto scorrono i torrenti Isauro e Fossato.

Nume tutelare dell’intera vallata del Foglia, Belforte all’Isauro è una terra ospitale ricca di miele e tartufi. La trama della sua storia è tessuta intorno alle pietre del suo antico castello: di origini longobarde, la fortezza ha subito diversi rimaneggiamenti nel corso dei secoli e ha assunto la sua forma definitiva con l’architetto Francesco di Giorgio Martini, che le ha dato l’impronta tipica dei castelli del ducato. 

 

 

Durante la lunga guerra tra Malatesta e Montefeltro il castello è avamposto per il concentramento delle truppe ducali. Per un curioso errore di valutazione è acquistato nel 1874 per duemila talleri prussiani da Hermann De Tenneret, barone prussiano di Beaufort, convinto che in passato fosse appartenuto ai propri avi. La struttura fu subito donata al comune per essere destinata “ad uso scolastico ed a vantaggio del Comune”. Oggi, infatti, dopo essere stato ristrutturato, il castello è adibito a scuola primaria e, dal 1994, è sede di un istituto italiano per stranieri. 

Terra di passaggio di popolazioni antiche, prima della formazione dell’attuale abitato avvenuta nell'alto Medioevo, nel V secolo a. C. la valle era abitata da una popolazione nomade dedita alla pastorizia. Le tre antiche fattorie romane ne testimoniano la conquista, mentre poco lontano dalla pieve di San Lorenzo è stato ritrovato un cippo con iscrizioni che risalgono all’epoca dei Romani, attualmente conservato nel museo archeologico di Urbino.

 

 

L’impianto medievale del castello e del suo caratteristico ponte contrasta con il profilo rinascimentale del borgo e delle case signorili che si gli allargano intorno. Come in un mosaico, segnato dalla stratificazione di popoli e dominazioni differenti, spiccano l’antica pieve di San Lorenzo di epoca carolingia, eretta a fondovalle per accogliere i viandanti, la chiesa parrocchiale di San Lorenzo al cui interno sono conservati una tela di scuola baroccesca (“San Francesco stimmatizzato”) e un crocifisso ritenuto miracoloso e, infine, il giardino pubblico con la moderna fontana dello scultore torinese Franco Assetto. 

Belforte all'Isauro è conosciuto per i tartufi che crescono nel suo territorio e che vengono commercializzati nelle botteghe locali, nelle famose fiere della Provincia e persino all’estero. Apprezzati anche i prodotti al tartufo come salamoie, creme e condimenti. Le fioriture arboree e spontanee regalano una piccola e preziosa produzione di miele che ha permesso al borgo l’inserimento nel circuito delle Città del Miele. Tra gli appuntamenti ricorrenti, infatti, da non dimenticare è la mostra mercato denominata “La festa del miele e dei prodotti autunnali a Belforte all'Isauro”.

 

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