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Predappio

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Predappio

Passato politico e vigneti che richiamano turisti da ogni parte del mondo. Le strade romagnole del Sangiovese un crescendo di vini. Altalene di collina e pianura, coltivazioni intensive e paesaggi brulli segnati dai calanchi, comunità ospitale e borgo autentico.

Predappio nasce nel cuore dell'Appennino romagnolo, all’interno della valle del fiume Rabbi, in una zona collinare circondata da vigneti pregiati. La parte antica, adagiata sulla collina, è di origini probabilmente romane ma si è poi sviluppata nel Medioevo allargandosi intorno al suo castello. 

Risale a tempi abbastanza recenti la fondazione della città moderna, esempio perfetto dell'architettura razionalista del Ventennio, nata nel 1925 per volere del Duce, che si adoperò per ingaggiare i maggiori architetti italiani del Novecento per dare lustro al suo borgo natale. Oggi la città è un grande museo urbano a cielo aperto, che racchiude una parte controversa ma fondamentale della storia italiana ed europea, memorie e testimonianze degli stili urbanistici e architettonici in voga negli anni dei regimi totalitari. 

 

 

Qui nel piccolo centro romagnolo si alternarono ingegneri e architetti come Florestano Di Fausto, Cesare Bazzani, Arnaldo Fuzzi, Cesare Valle e Gustavo Giovannoni. Esperti che contribuirono a realizzare opere come l’ex Casa del fascio e dell'ospitalità, imponente edificio del 1934 con la facciata segnata dal contrasto tra i mattoncini rossi e bianchi, sormontata dalla torre littoria. O come Palazzo Varano, attuale sede del municipio e per circa vent’anni dimora dei Mussolini, trasformato da ex fortilizio in villa comunale, caratterizzata da una massiccia scalinata di accesso e dalla torre dell'orologio. 

Il cimitero monumentale, ispirato allo stile romanico, ingloba al suo interno la cappella con la tomba della famiglia Mussolini e la chiesa di San Cassiano in Pennino (XI secolo). Da segnalare anche l’ex macello o foro boario, l'ex stabilimento aeronautico Caproni - esempio di archeologia industriale (L1.  L'Archeologia del fare) - il palazzo della sanità e l’ex mercato dei viveri.
La parte alta di Predappio è dominata invece dalla rocca medievale, costruita tra il IX e il X secolo, proprietà della nobile famiglia forlivese dei Calboli e successivamente degli Ordelaffi che nel 1471 la ampliarono e fortificarono, trasformandola in un baluardo difensivo inespugnabile. 

 

 

Il centro storico si sviluppa intorno alla piazza e alla pieve, puntellato da gruppi di casette, dal lavatoio pubblico e dalle cantine “La Vecia Cantena d'la Prè” di epoca romana e “Cà de Sanzvés” del 1400 con l’annesso museo del vino. Questi scorci diventano la coreografia di feste medievali. 

Per la sua peculiarità di terra del Sangiovese il borgo è compreso nei sentieri della Strada dei vini e dei sapori. Dalle aziende vitivinicole del territorio si ricava un vino robusto e strutturato, celebrato nella manifestazione settembrina denominata “La tre giorni del Sangiovese”. 

 

 

Le specialità della cucina romagnola si condensano in primi a base di sfoglia, semplice e ripiena, passatelli e piatti a base di carne. La classica piadina e il crescione, le focacce ripiene di zucca, patate, spinaci o cavoli si uniscono a rinomati salumi e formaggi, quali il raviggiolo e il pecorino stagionato nelle grotte dell’ex solfatara di Predappio Alta.

Oggi Predappio è un borgo riconosciuto “comunità ospitale” per l’approccio turistico attento agli abitanti del luogo, per il parco fluviale e le aree verdi all’interno del paese e per l’accoglienza partecipe: due caratteristiche che rendono la città viva e coinvolgente in tutti i periodi dell’anno.

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