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Galeata

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Galeata

Porticati e botteghe. Fioriture primaverili che regalano colori e profumi che smuovono l’aria. Ritmi lenti. Galeata è il cuore pulsante dell’alta valle del Bidente, sorge al centro di una conca lungo un terrazzo fluviale, costellata di chiese, borghi medievali, abbazie, torri e resti di antichi insediamenti romani.

Galeatea è inserita nel circuito delle “Città Slow” per la qualità dei suoi prodotti e la ricerca di uno stile di vita armonico. Di antiche origini preistoriche, come attestano i reperti conservati nel museo civico Mambrini di Pianetto, conserva il teatro e le terme di epoca romana, visitabili nell’area archeologica di Mevaniola. 

 

 

Secondo un’antica leggenda su questa terra ebbe luogo l’incontro-scontro tra il santo eremita Ellero, che a 12 anni attraversò gli Appennini e si ritirò nell’eremo di Galeata, e il re dei goti Teodorico. Un episodio che trova conferma in un bassorilievo dell’VIII secolo, oggi conservato al museo civico, e in due luoghi distinti che risalgono alla stessa epoca: l’abbazia del V secolo, importante centro monastico fondato da Sant’Ellero che sorge lungo il sentiero delle cellette, e una sontuosa villa romana ritenuta residenza di Teodorico. 

Denominata nel Medioevo Burgus Galiate la cittadina conserva un ricco patrimonio archeologico, culturale, storico e artistico. Nel centro storico, attraversato dalle due strade porticate di via Zannetti e via IV Novembre, si aprono caratteristiche botteghe dalle architetture tipicamente toscane, testimoni della lunga dominazione fiorentina, e antichi palazzi come Palazzo Pretorio. 

 

 

La chiesa principale, la pieve di San Pietro in Bosco, rimaneggiata in stile neogotico, risale in realtà al Medioevo, mentre la chiesa di Santa Maria dei Miracoli è un gioiello di architettura rinascimentale che conserva al suo interno opere pittoriche del XVI e del XVIII secolo. 

Dell’antico complesso monastico, fondato da Sant’Ellero dopo essersi ritirato a vita ascetica, resta oggi soltanto la chiesa con la facciata in pietra arenaria, in stile romanico, mentre nella cripta si conserva il sarcofago con i resti del Santo. I pellegrini che percorrono il sentiero delle cellette arrivano a fiumi soprattutto nel mese di maggio, chiedendo tra le altre cose una benedizione speciale per curare il mal di testa.

Da aprile a ottobre tra i boschi e i pascoli di montagna si raccoglie lo stridolo, un’erba che deve il suo nome al particolare suono che producono le foglie quando si accostano alle labbra. Lo stridolo è festeggiato anche con una sagra che anima il paese con piatti tipici, in particolare tagliatelle e tortelli. 

La Fiera del Cavallo e del Puledro è invece l’evento più rilevante del centro-nord Italia dedicato ad allevatori, commercianti e appassionati del mondo equestre: ogni anno a fine ottobre il borgo si vivacizza con spettacoli equestri, conferenze, musica e giochi. E con una rievocazione storica dedicata all'incontro tra S. Ellero ed il Re Teodorico. 

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