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Civitella di Romagna

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Civitella di Romagna

Antiche mura a strapiombo sull’alveo del fiume. Piccola città medievale raccolta intorno al suo castello. Nel punto in cui la valle si restringe nel medio corso del fiume Bidente, alle falde del colle Girone. 

Il nome deriva dal latino Civitatula che vuol dire piccola città. Nella sua storia si leggono tracce di dominazioni, scorrerie, saccheggi e devastazioni, ad opera dell’uomo ma anche della mano di una natura che qui ha mostrato il suo profilo forte attraverso terremoti e altre distruzioni. 

 

 

Ma la tenacia, l’orgoglio e l’impegno dei suoi abitanti hanno sempre consentito una puntuale ricostruzione intorno al nucleo del castello di una volta. L’abitato compreso tra le antiche mura risale al X secolo, menzionato per la prima volta nel 996 quale possedimento della chiesa di Ravenna. Feudo dei conti di Giaggiolo che lo perdono nella battaglia di Civitella (1276), passa ai Manfredi di Faenza, poi ai Malatesta, agli Orsini, ai Veneziani (1462) e successivamente a Napoleone. A lungo conteso fra le signorie vicine, subisce assedi e distruzioni. Nel XV secolo è
 assorbito dallo Stato Pontificio.

Oggi Civitella di Romagna conserva il tessuto urbanistico di epoca medievale con l’antica fortezza che si staglia su uno sperone di roccia e funge da sentinella silenziosa di tutto il fondovalle. Il complesso costituiva il caposaldo di difesa del borgo murato. Tuttavia del suo antico castello rimangono una manciata di resti, come la torre, ricostruita in stile neogotico, con l'orologio del 1842 e merlature del 1900. 

 

 

Tra i luoghi religiosi merita una visita il santuario della Beata Vergine della Suasia, progettato nel 1560 dall’architetto fiorentino Zanobio Lastricati e restaurato dopo la guerra. Al suo interno è conservata un’immagine della Madonna col Bambino di scuola toscana del XV secolo. Le colline che circondano Civitella sono costellate di orme del suo passato di antico baluardo difensivo: si contano ventotto tra rocche e ruderi che si stagliano nella vallata, costruiti tra VIII e IX secolo. 

Tra Civitella e Meldola, in particolare, molto suggestivo è il castello di Cusercoli con il suo borgo che un tempo chiudeva il passo verso la Toscana. Sulla porta di accesso svetta ancora lo stemma dei conti Guidi di Bagno, ricordati anche per aver fatto costruire sulla riva del fiume la più antica cartiera, attiva fino al 1900. 

 

 

La spiccata vocazione agricola e un tessuto economico fatto di piccole imprese sopravvive nella produzione di rosari e nelle feste che testimoniano la vivacità del borgo. Come la sagra del fungo prugnolo, celebrata a maggio, in cui il famoso tubero è esposto in ceste di vimini sapientemente intrecciate dalle mani degli abili artigiani della zona e diventa protagonista di gustose ricette preparate da esperti gastronomi. O come la mostra mercato della ciliegia, che richiama a giugno curiosi e intenditori, o come la fiera dei Santi che impegna artigiani e commercianti per offrire il meglio della produzione locale.

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