"Loading..."

Arte, musei, mestieri e vita dei padri

Schede primarie

Arte, musei, mestieri e vita dei padri

Scoprire da dove si viene, per sapere chi si è adesso. Un percorso di memoria culturale accomuna diverse realtà di questo territorio, che hanno scelto di raccontare il quotidiano del passato integrandolo con l'oggi. 

La Chiesa e Convento di San Francesco a Mercatello sul Metauro è un vero e proprio museo di pittura giottesca del trecento. Al tempo dei nostri padri, i pittori riminesi come Giovanni, Giuliano, Pietro, Baronzio hanno lasciato le loro opere migliori nell’Alta Valle del Metauro. A Mercatello, che è lo scrigno di tutte le Marche per i pittori di Rimini con le loro opere su tavola, ci permettono di conoscere l’intera parabola pittorica di questi fascinosi maestri del trecento italiano. E’ dunque possibile proporre un itinerario con la loro pittura, o con opere derivate dal loro linguaggio, dall’Abbazia di San Michele Arcangelo di Lamoli a Sant’Angelo in Vado, fino alla Cattedrale di Urbania dove si può ammirare il bel Crocifisso di Pietro da Rimini.

Un percorso integrato in diverse esperienze museali grazie alle quali ci si immerge in testimonianze di mestieri e vita dei padri. 

Si comincia camminando nel silenzio del chiostro dell'Abbazia di Lamoli di Borgo Pace dove grazie al Museo dei Colori Naturali “Delio Bischi” si ripercorre la storia dei colori naturali, appunto, prima dell'avvento del sintetico. Una scoperta sensoriale, grazie anche ai laboratori didattici per cimentarsi nella tintura della lana, della seta e del cotone. 

Dal profumo dei tessuti e dei colori a quello del bosco e delle giornate dei carbonai, ai quali, sempre a Borgo Pace è dedicato un museo interattivo. Taglio, catasta, cotta, cottura e sforno, per un racconto fatto di testimonianze orali e fonti storiche e letterarie. 

Agli strumenti del carbonaio e del boscaiolo si aggiungono quelli dedicati all'agricoltura di montagna, che sanno di fatica, coniugati a quelli dell'estrazione e della lavorazione della pietra. E siamo a Ca' Sacchia, per la Mostra permanente Museo della Civiltà Contadina Appenninica ed Attrezzi Agricoli. Un condensato della vita dell’Appennino umbro-tosco-marchigiano. 

Si aggiunge, a Isola del Piano, il Museo Sulle tracce dei nostri padri, fra reperti e attrezzi della vita e dei lavori di un tempo, dal calzolaio al fabbro, al vasaio o allo scalpellino. E non si può non avere rispetto. 

Come pure nel Museo Demoantropologico “I vecchi mestieri” di Sant'Angelo in Vado con la ricostruzione dei laboratori di attività artigianale. 

A Urbania, invece, nel Palazzo Ducale dopo aver visitato i disegni per le ceramiche degli antichi maestri delle botteghe di ceramica esposti nel piano nobile dei Musei Civici e le collezioni di ceramica d’uso che documentano l’intera gamma delle regioni italiane, ci si può inoltrate nei fascinosi sotterranei del Palazzo e delle architetture di Francesco Di Giorgio Martini per visitare il Museo di Storia dell’Artigianato e dell’Agricoltura che ripropone gli strumenti di lavoro utilizzati nei cicli del grano, della vite e del vino.  

E ancora, a Piandimeleto, il Museo del lavoro contadino. Nella sede del Comune, in quella che una volta era struttura simbolo di potere e splendore, magnifico esempio di palazzo rinascimentale calato nel Montefeltro, con gli interni sfarzosi modellati sull’esempio della corte di Federico Duca di Urbino. Ecco il castello, un tempo residenza dei conti Oliva.

Altra manualità è quella celebrata nel museo della Stampa di Urbino fra macchine, accessori, utensili e incisioni originali. 

A Tredozio, l'opulento Palazzo Fantini, costruito prima del 1500 e ristrutturato nel 1750, oggi ospita al piano terra il Museo della civiltà contadina, con gli strumenti di una volta e gli ambienti accuratamente ricostruiti.

Un viaggio nella valle alla scoperta di questi musei diviene così un percorso alla ricerca delle più autentiche radici del fare italico.