Lisciano Niccone
Schede primarie
Lisciano Niccone
L’eco di un tempo lontano. I ricordi del suo antico passato si conservano tra i ruderi del castello medievale e tra le verdi valli della memoria costellate di eremi, rocche e caratteristici borghi.
Il centro abitato che si allarga sul Monte Castiglione, nella porzione destra della valle del torrente Niccone, è un incrocio di storia, luoghi dell’anima e natura. Importante nodo strategico per la sua posizione geografica lungo le strade che in tempi lontani portavano alla valle del Tevere, al Trasimeno e alla Val di Chiana.
L’ipogeo di Villa Sagraia e il villaggio fortificato di Bellona, sulla cima del Monte Murlo, ne attestano le origini preistoriche e il passaggio degli Etruschi. I sentieri immersi nella dolce natura appenninica, invece, collegano i luoghi di culto, in cui si tramanda che si sia fermato San Pier Damiani, e le tracce di una storia segnata da valorose battaglie, giochi di alleanze e feroci rappresaglie. Come quella emblematica di Annibale. Si narra che il condottiero cartaginese, sconfitti i Romani nella clamorosa battaglia del Trasimeno del 217 a. C., decise di punire gli abitanti del luogo per l’aiuto offerto agli acerrimi nemici e di mettere a ferro e fuoco il territorio circostante.
Lisciano Niccone, dopo aver fatto parte durante il Medioevo dei domini di Perugia, è passato nel 1500 sotto il controllo dello Stato Pontificio e ne ha seguito la lenta decadenza. Oggi conserva i ruderi del castello dell’XI secolo, testimonianza di un prestigio perduto.
Il suo territorio, racchiuso tra le amene colline dell’alta valle del Tevere, comprende le frazioni di Pian di Marte, Reschio, San Martino, Val di Rosa, Santa Maria delle Corti, Le Crete, Le Crocicchie e Gosparini. Qui vivono un pugno di abitanti, circa settecento, che conservano la cultura e le tradizioni di una volta. Il mondo contadino con i suoi rituali, le feste e la cucina povera sopravvivono intatti allo scorrere vorticoso del tempo. Le rocche, i castelli, le chiese, le abbazie e i borghi medioevali disseminati nella quiete di boschi secolari sono oggi meta di affascinanti itinerari turistici e religiosi. Come quello che abbraccia la Val Rosa, in cui si trova la chiesa di San Nicolò, dove sostò San Pier Damiani nell’XI secolo e al cui interno è visibile una pala d’altare di Eusebio da San Giorgio.
Di Lisciano Niccone i visitatori apprezzano la natura incontaminata e i ritmi lenti modellati su quelli della natura. Molte sono le passeggiate da fare, alla ricerca di quiete ma anche di arte, cultura e prodotti tipici. A Montecastiglione ad esempio, di fronte al lago Trasimeno, si sviluppa un parco attrezzato con otto ettari di pineta.
Nella Chiesa di San Francesco di Preggio ogni anno si organizza il Preggio music festival dedicato alla musica sacra e da camera: una manifestazione che richiama visitatori dai paesi vicini. Molto partecipate sono anche le due feste autunnali: la sagra dei bringoli, tipico spaghetto dell'alta valle del Tevere impastato senza uova e condito tradizionalmente con sugo di magro e parmigiano, e la festa della castagna che trasforma il paese in un grande ristorante, grazie all’apertura di locande con menù diversi.