Frontone
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Frontone
Un gibbo che si chiama Catria. Incastonato tra le pendici della dorsale appenninica, nel punto in cui i tuoni generati dalle nuvole rimbombano assai più bassi, ecco Frontone. Il borgo si allarga all’ombra dell’imponente massiccio, divenuto immortale grazie ai versi della Commedia per aver ospitato nel suo eremo di Fonte Avellana San Pier Damiani, incontrato da Dante nel XXI canto del Paradiso.
Al confine tra Marche e Umbria, lungo il versante orientale del monte Catria che si staglia per 1701 metri d’altezza, è denominato “la Svizzera delle Marche” per la sua posizione e il clima salubre e mite in tutti i periodi dell’anno.
Terra di passaggio di antichi popoli (Umbri, Piceni, Galli, Romani, Longobardi e Franchi), conteso da principi e guerrieri, è terra dei Montefeltro prima e dei Della Rovere dopo. Il documento più antico risale al 1072 ed è un placito di Beatrice e Matilde di Canossa concesso al priore di Fonte Avellana Damiano. La sua storia ruota intorno a quella della rocca, ultimo baluardo dei Montefeltro tra Quattrocento e Cinquecento, considerata uno degli esempi maggiori di architettura militare dell’XI secolo.
Le cronache raccontano di un lungo e feroce assedio ad opera di Sigismondo Malatesta di Rimini, nel 1445, e della decisione del Duca Federico di potenziarne il sistema difensivo affidandosi all’estro e alle abilità del suo ingegniarius Francesco di Giorgio Martini.
Oggi la sede del Comune e il centro cittadino di Frontone sono stati spostati dal castello alla borgata adiacente la stazione ferroviaria. Eppure la natura dei suoi abitanti si percepisce nel punto più alto del borgo: dall’alto della rocca, in posizione panoramica, sullo sfondo di una lingua di mare Adriatico si impone una natura superba e incontaminata che arriva fino alla cima del Monte Nerone, a San Martino.
I frontonesi, in un sentito connubio con l'ambiente intorno, hanno sempre tratto sostentamento dalla montagna, senza mai alterarne gli equilibri. Il risultato è una cucina frugale, fatta di zuppe di cereali e minestre calde preparate con i doni preziosi dei boschi.
Nei ristoranti e nelle trattorie si cucinano le ricette della tradizione, come la crescia con il prosciutto o le tagliatelle ai funghi porcini.
In inverno quando il paesaggio diventa candido e rarefatto per la neve è possibile prendere la funivia e raggiungere i campi innevati dell'Acuto. In primavera e in estate invece si gode di un clima salubre e mite. Le fresche vallate e le verdi colline sono l’ideale per passeggiate ed escursioni lungo i sentieri, differenti per vegetazione e tipologia, alla scoperta dei rifugi e degli antichi tracciati percorsi da boscaioli e carbonai.
Lungo i percorsi ritagliati nella natura spiccano elementi culturali di pregio, come, nella vicina Sant'Abbondio, l’eremo di Fonte Avellana.
Nella terza decade di maggio, con la rassegna Sapori e Profumi di Primavera, Frontone inaugura la stagione delle manifestazioni culturali, enogastronomiche e sportive, che si concludono nei mesi di dicembre e gennaio con i caratteristici mercatini di Natale.