Forlimpopoli
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Forlimpopoli
L’alfiere della cucina italiana. Strada dei vini e dei sapori, di ricette raccolte con passione, pazienza e buonumore. Nella pianura romagnola, ai piedi delle ultime alture collinari appenniniche, nel punto in cui la via Emilia incrocia la valle del Bidente, si staglia il borgo medievale di Forlimpopoli.
Definita città Artusiana per aver dato i natali al celebre letterato e gastronomo Pellegrino Artusi, considerato l’emblema dell’identità della cucina nazionale, dosa i segreti della varietà del palato attraverso iniziative e rassegne da gustare tutto l’anno, forchettata dopo forchettata.
Forlimpopoli vanta un passato ricco di arte e di storia. Le sue origini sono legate al console romano Popilio Lenate che fonda la città nel 132 a. C. dandole il nome di Forum Popili. Per la sua posizione strategica il borgo si sviluppa e prospera per secoli, come testimoniano le collezioni di mosaici e anfore romane prodotte nelle fornaci del borgo, utilizzate per il trasporto del vino e dell’olio e oggi raccolte tra le sale del museo archeologico.
Terra di vescovi (il primo fu l’ateniese Ruffillo nel V secolo), crocevia di eserciti longobardi, di nobili signori, di distruzioni e ricostruzioni operate dalla volontà di papi e cardinali. La storia racconta che il potente cardinale Albornoz nel 1361 ne ordina la distruzione e, subito dopo, fa ricostruire la rocca a pianta quadrata che porta il suo nome, poi completata in tempi successivi da Pino Ordelaffi e Caterina Sforza.
La fortezza, il cui profilo ancora oggi domina la piazza principale, è stata realizzata sulle rovine dell’antica cattedrale: sede attuale del municipio e del grazioso teatro ottocentesco Giuseppe Verdi, racchiude tra i suoi sotterranei le sale del museo archeologico civico Tobia Aldini.
Come una gara di antichi splendori, i tesori rinascimentali competono con le meraviglie barocche di chiese, palazzi e monumenti. La rocca appartenuta alla potente famiglia degli Ordelaffi è il punto di partenza ideale per un itinerario che abbraccia il ricco patrimonio artistico e culturale di Forlimpopoli: dalla basilica di San Rufillo (VI secolo, rimaneggiata nel 1400), scrigno di tesori artistici e delle reliquie del primo vescovo della città, alla chiesa dei Servi sormontata dal torrione settecentesco che supera in altezza anche il campanile. All’interno spiccano sei altari ornati da dipinti di pregio, tra cui l’Annunciazione dipinta da Marco Palmezzano.
Le nuove fabbriche sorte nell’Ottocento e gli edifici simbolo dell’architettura del Ventennio disegnano percorsi in bianco e nero tra le strade lungo le quali, in tempi recenti, sono stati eretti monumenti celebrativi degli eroi del Risorgimento.
La vivacità culturale di Forlimpopoli si esprime in un ricco calendario di manifestazioni che si snodano in tutti i periodi dell’anno: dalla più nota Festa Artusiana, dedicata a Pellegrino Artusi e alla cucina di casa, al rito della Segavecchia, in cui si saluta l’inverno e si dà il benvenuto alla primavera; dalla festa rinascimentale “Un dè int la Ròca ad Frampúl”, Un giorno nella Rocca di Forlimpopoli, a “Fiorimpopoli” incentrata su fiori e giardinaggio; dai concerti estivi (Buonanotte suonatori, Forlimpopoli Didjin’Oz e Festival di musica popolare) ai giochi e agli spettacoli che animano le domeniche prenatalizie fino alla rassegna “Ciak… si mangia” che unisce cinema e gusto.